01 Dicembre 2022 |

Anemia da carenza di ferro: una complicazione frequente della malattia renale cronica (CKD)

carenza di ferro e malattia renale cronica - grafica pharmanutra

L’anemia da carenza di ferro è una complicazione comunemente riscontrata in pazienti affetti da patologie croniche, e anche la malattia renale cronica, purtroppo, non fa eccezione. In questo articolo parleremo di come il ferro sia in grado di migliorare la condizione clinica di chi soffre di una patologia cronica a carico dei reni e come può aumentare la qualità di vita in questi soggetti.

Che cosa è la malattia renale cronica?

Si definisce malattia renale cronica (in inglese Chronic Kidney Disease – CKD) ogni condizione patologica che interessi il sistema renale e che possa provocare una perdita progressiva e completa della funzione renale, rendendo necessario un trattamento sostitutivo rappresentato dalla dialisi o, nei casi più gravi, dal trapianto del rene.
Le cause più frequenti di malattia renale cronica sono il diabete e l’ipertensione, ma non solo: sono fattori scatenanti anche la predisposizione genetica, le infezioni, le malattie autoimmuni o le nefropatie.

In pazienti affetti da CKD la carenza di ferro, e la conseguente anemia, è una complicanza molto frequente, con un’incidenza del 50% nei pazienti in predialisi.

Quali sono le cause dell’anemia da carenza di ferro in chi soffre di malattia renale cronica?

La causa principale di anemia nei pazienti con CKD è dovuta alla minor produzione dell’ormone eritropoietina (EPO) da parte dei reni, il cui obiettivo è quello di favorire il normale processo di eritropoiesi, cioè la produzione di nuovi globuli rossi nel midollo osseo.

Per ripristinare correttamente il processo eritropoietico, chi soffre di malattie renali croniche riceve frequentemente un trattamento con EPO sintetica, che può essere somministrata per via endovenosa o per via sottocutanea. Di solito la via endovenosa viene effettuata a pazienti in dialisi, in quanto deve essere somministrata 2-3 volte a settimana da personale ospedaliero qualificato; mentre, la via sottocutanea è preferita in pazienti non ancora in dialisi e può essere praticata in autonomia a domicilio.

La carenza di ferro però limita l’efficacia della terapia con EPO, in quanto il processo di sintesi dei globuli rossi richiede una buona disponibilità del minerale per avvenire correttamente; dunque, è importante che ci sia sempre l’associazione tra la terapia con EPO e la terapia marziale.

Lo stato infiammatorio cronico, inoltre, è un altro fattore scatenante la carenza di ferro, perché limita l’assorbimento e l’uso del ferro da parte dell’organismo. Nei pazienti con infiammazione cronica, l’integrazione di ferro orale convenzionale, di solito, non è in grado di risolvere il problema, poiché l’organismo produce delle citochine pro-infiammatorie, le quali stimolano la produzione e l’aumento dei livelli di epcidina, un ormone peptidico prodotto dal fegato, che agisce riducendo la concentrazione ematica di ferro.  Per questo, quando la CKD è in uno stadio avanzato, generalmente la terapia marziale è somministrata per via endovenosa che, seppur efficace nel ripristinare velocemente le scorte di ferro, può causare delle reazioni avverse dovute all’elevato potere ossidante del ferro nel circolo ematico.

Soluzioni per la carenza di ferro

Per contrastare gli stati di carenza di ferro, PharmaNutra ha sviluppato SiderAL®, una nuova soluzione brevettata chiamata Ferro Sucrosomiale®, una formulazione orale innovativa in cui il ferro pirofosfato è avvolto da una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi.
Il risultato di questa tecnologia porta ad un’elevata tollerabilità gastrointestinale e ad un più facile assorbimento del ferro a livello intestinale.

Negli ultimi anni molte evidenze scientifiche (sia precliniche che cliniche) sono state pubblicate su riviste scientifiche internazionali che confermano l’efficacia del Ferro Sucrosomiale®; alcuni di questi studi clinici sono stati condotti proprio in ambito nefrologico, permettendo di dimostrare come SiderAL® sia in grado di ristabilire i normali valori ematochimici e di garantire la normale funzionalità dei globuli rossi e dell’emoglobina.

Conclusione

L’innovazione della Tecnologia Sucrosomiale® è caratterizzata da un’ottima tollerabilità e permette l’assunzione di ferro in qualsiasi momento della giornata (con il pasto o lontano dai pasti), per lunghi periodi di tempo, e previene qualsiasi disagio comunemente associato all’assunzione di ferro, come il retrogusto metallico sgradevole, l’irritazione della mucosa gastrica, la nausea o la stitichezza. Superando i limiti legati all’integrazione convenzionale di ferro, il Ferro Sucrosomiale® favorisce l’assunzione di questo importante nutriente in tutte le situazioni di carenza o aumento delle esigenze di ferro.

L’integrazione di ferro nei soggetti con CKD favorisce un notevole miglioramento sia della condizione clinica sia della qualità di vita dei pazienti.

 


BIBLIOGRAFIA

  • Pisani A et al.; Effect of liposomal iron versus intravenous iron for treatment of iron deficiency anaemia in CKD patients: a randomized trial. Nephrol Dial Transplant. 2015 Apr;30(4):645-52. doi: 10.1093/ndt/gfu357. Epub 2014 Nov 13.
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  • Gomez-Ramirez et al.; Sucrosomial® Iron: A New Generation Iron for Improving Oral Supplementation. Pharmaceuticals (Basel). 2018 Oct 4;11(4):97.

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