10 Agosto 2018 |

Speciale 1 anno di Borsa: intervista a Germano Tarantino, Direttore Scientifico

reparto scientifico pharmanutra risultati delle ricerche e degli studi clinici

A completamento di questo speciale sul primo anniversario di quotazione in Borsa del Gruppo PharmaNutra, non poteva mancare un approfondimento sul lavoro del Reparto Scientifico, vero core business del Gruppo. Il Direttore Scientifico di PharmaNutra, Germano Tarantino, presenta un breve bilancio sulle ricerche condotte negli ultimi 12 mesi e spiega come è nata l’idea della Tecnologia Sucrosomiale® e le future prospettive di sviluppo.

 

 

Iniziamo con un punto della situazione sui risultati del lavoro degli ultimi 12 mesi.

 

È stato un anno davvero intenso. Da una parte c’è stato lo sviluppo e il lancio dei nuovi prodotti, che non è ancora concluso, perché continueremo ad introdurre novità fino al 2019, e che coinvolge tutti i reparti aziendali a 360°. Dall’altra parte abbiamo portato avanti il lavoro di ricerca sul ferro con ottimi risultati, oltre ad aver pubblicato un importante studio su UltraMag® e la biodisponibilità del magnesio, e un altro riguardante l’utilizzo di Cetilar® nel trattamento dell’artrosi al ginocchio. In parallelo continuiamo a lavorare sulla formazione, sia in Italia che all’estero, e sugli aspetti legati alla qualità e al regolatorio dei dispositivi medici.

 

 

La quotazione in Borsa probabilmente non ha avuto un impatto diretto sul reparto scientifico, ma ci sono degli aspetti che hanno risentito di questo importante cambiamento?

 

Pur non essendo direttamente coinvolti, la quotazione in Borsa ha rappresentato comunque il coronamento di anni di studi e lavoro. Soprattutto perché ci siamo resi conto che i risultati delle nostre ricerche che vengono comunicati, hanno un impatto, diretto o indiretto, sull’andamento del titolo in Borsa. La comunicazione dei risultati di un nuovo studio clinico, l’ottenimento di un nuovo brevetto, il lancio di un nuovo prodotto, tutto questo ha inevitabilmente delle ripercussioni all’esterno.

 

 

Una curiosità che, arrivati a questo punto, è necessario svelare: come è nata l’idea della Tecnologia Sucrosomiale®?

 

Anni fa iniziammo a conoscere bene la realtà medica e, parlando con diversi dottori, ci rendemmo conto che le problematiche legate al trattamento della carenza di ferro erano sempre più comuni. Molti medici non prescrivevano più prodotti a base di ferro perché gli effetti collaterali non facevano che aumentare i problemi dei pazienti. La questione della carenza non sembrava risolvibile, perché chi assumeva integratori a base di ferro lamentava numerosi effetti collaterali oppure perché i pazienti non portavano avanti il trattamento. Insieme ad Andrea Lacorte iniziammo a collaborare con diverse Università e a lavorare su una serie di formulazioni sperimentali. È stata una ricerca molto lunga, perché volevamo che il nostro ferro non fosse solo protetto e tollerato dall’organismo, ma anche efficace.

 

 

A quel punto vi siete dovuti scontrare con lo scetticismo della classe medica o il valore della Tecnologia Sucrosomiale® è stato percepito fin da subito?

 

All’inizio è stato molto difficile, perché sembrava impossibile che un prodotto a base di ferro non avesse controindicazioni. Ma il problema della carenza di ferro è molto diffuso e trasversale ed eravamo convinti dell’efficacia della nostra formulazione. Abbiamo lavorato duramente per avere i primi riscontri positivi da parte dei medici e in poco tempo, grazie al passaparola della classe medica e all’impegno straordinario della rete commerciale, siamo riusciti a dimostrare che il nostro Ferro Sucrosomiale® era davvero rivoluzionario. Ad oggi la validità della Tecnologia Sucrosomiale® è stata ampiamente dimostrata da studi, brevetti ed evidenze cliniche. Ogni anno presentiamo i risultati delle ricerche al Congresso Multidisciplinare sulla Carenza di Ferro, in cui sono i medici stessi a presentare ai colleghi di tutto il mondo la loro esperienza con SiderAL® nel trattamento della carenza di ferro in diverse situazioni mediche.

 

 

Quest’anno è stata presentata al mercato un’importante novità: il Magnesio Sucrosomiale® di UltraMag®. L’assunzione di magnesio presenta le stesse problematiche del ferro? Che potenzialità di sviluppo prevedi per questo nuovo prodotto?

 

Le problematiche dell’assunzione di magnesio sono legate sia all’uso quotidiano che al dosaggio troppo elevato, che possono causare problemi gastro-intestinali. In commercio si trovano quindi numerose formulazioni diverse, ma tutte con un dosaggio piuttosto basso. Grazie all’applicazione della Tecnologia Sucrosomiale® siamo riusciti a creare un prodotto con una concentrazione di magnesio molto elevata, ma con la massima tollerabilità garantita. Lo studio pubblicato sulla biodisponibilità di UltraMag® ha dimostrato che il Magnesio Sucrosomiale® è maggiormente biodisponibile rispetto ad altre tipologie, confermando che la Tecnologia Sucrosomiale® ha il vantaggio non solo di amplificare l’assorbimento intestinale, ma anche di proteggere l’organismo dal minerale che, ad alte dosi o per altri motivi, può essere poco tollerato. Per quanto riguarda le potenzialità di sviluppo del prodotto, si sono registrati fin da subito ottimi volumi di vendita. La carenza di ferro è una condizione clinica più facilmente diagnosticabile, per contro c’è invece una percezione più diffusa della necessità di integrare i livelli di magnesio. Siamo convinti quindi che si parlerà sempre di più di magnesio, per questo abbiamo in programma diversi studi clinici e pre-clinici per dimostrare l’efficacia di UltraMag® in diversi ambiti medici.

 

 

Anche per Cetilar® è stato un anno importante perché è stato finalmente concesso il brevetto. Qual è l’aspetto più innovativo, che contraddistingue Cetilar® da altri prodotti sul mercato?

 

Dal punto di vista della formulazione solitamente creme e pomate hanno la difficoltà di superare la barriera cutanea. Cetilar® invece ha non solo un assorbimento molto alto, ma anche una concentrazione elevata di principio funzionale. Il secondo grande vantaggio è la sicurezza, grazie alla base di esteri cetilati, perciò può essere utilizzato con la massima tranquillità. Oltre al brevetto abbiamo ottenuto anche il certificato di libera vendita, che ci ha permesso di poter iniziare a proporre Cetilar® anche all’estero: il primo partner internazionale sta già per lanciare il prodotto sul mercato e molti altri paesi hanno avviato la fase di registrazione.

 

 

 

Che obbiettivi si pone il settore scientifico di PharmaNutra per i prossimi 12 mesi?

 

Al momento stiamo aspettando la pubblicazione di alcune ricerche molto importanti, che daranno ancora più forza e valore a SiderAL®, soprattutto in correlazione ad alcuni ambiti medici specifici. L’anno prossimo spero che possa realizzarsi anche un altro importante progetto legato a Cetilar®, sul quale stiamo lavorando da diverso tempo e, infine, ci focalizzeremo sempre di più sul Magnesio Sucrosomiale®. Il mio obiettivo principale rimane quindi la ricerca.

 

 

E la passione per il running? Dopo l’esperienza di quest’anno, la rivedremo alla Maratona di New York?

 

Mi piacciono le sfide nuove, perciò non tornerò alla Maratona di New York. Ho in mente un altro obiettivo ambizioso…