14 March 2017 |

5th IMCIA: focus su anemia e oncoematologia

Prosegue l’approfondimento delle tematiche in programma per il 5^ Congresso Internazionale Multidisciplinare sull’Anemia da Carenza di Ferro che si terrà a Firenze dal 31 marzo al 1 aprile prossimi.

Dopo le argomentazioni del Prof. Sandro Barni sul Patient Blood Management (PMB), quale approccio olistico alla gestione della risorsa sangue di ogni singolo paziente per il contenimento del fabbisogno trasfusionale e il risparmio di sacche di sangue utilizzate, vogliamo spostare l’attenzione nell’ambito dell’anemia in oncoematologia.

Perché è importante parlare di anemia in associazione all’oncologia? Con i recenti sviluppi della ricerca associata all’utilizzo del ferro sucrosomiale® in pazienti oncologici, quali benefici si riscontrano nella trattazione di un paziente tipo?

«Il sangue è una risorsa preziosissima e quindi meno e meglio si trasfonde e meglio è per tutti. L’anemia “nasce” con l’oncologia nel senso che molti pazienti oncologici sviluppano anemia prima o poi durante il corso della malattia per causa dei trattamenti e dell’infiammazione cronica che è all’origine del cancro: è di base uno stimolo infiammatorio per l’organismo e più infiammazione c’è più anemia si riscontra. Nasce quindi il problema di come trattare queste forme di anemia, magari quelle più lievi e asintomatiche ma che possono precipitare se non trattate precocemente. La letteratura dimostra che trasfondere quando non è necessario non solo non serve, ma probabilmente è dannoso per il paziente oncologico. Le formulazioni endovenose di ferro sono state peraltro sempre considerate un trattamento “pericoloso” da gran parte degli oncologi, poiché il rischio di reazioni allergiche è sempre possibile anche se basso. D’altro canto i preparati di ferro orali di vecchia generazione sono sempre risultati mal tollerati dai nostri pazienti soprattutto a causa della nausea e della diarrea. Ecco quindi la ricerca di nuove formulazione meno tossiche e più efficaci. Il ferro sucrosomiale® unisce l’efficacia alla tollerabilità. Il ferro endovena è stato sempre considerato la formulazione migliore da associare alle eritropoietine per aumentare la risposta ematologica del paziente. Molti studi stanno ormai dimostrando che il ferro sucrosomiale® è in grado di aumentare efficacemente l’emoglobina e quindi permette di ottenere una risposta ematologica almeno valida al pari del ferro endovenoso. Quindi perché non soppiantare il ferro parenterale a favore di ferro sucrosomiale® nei nostri ambulatori oncologici? Ci permetterebbe di risparmiare tempi di infusione, costi, e rischi clinici con almeno pari successo».

Quest’anno avremo un nuovo format di svolgimento per l’approfondimento in ambito oncologico: cosa cambia e perché?

«La giornata di sabato si aprirà con una tavola rotonda da parte di 8 esperti che presenteranno in orale il consensus statement onco-ematologico e che speriamo venga condivisa da tutti.

Il documento è stato redatto da specialisti onco-ematologi di varie nazionalità che da tempo partecipano all’evento e che si spera verrà pubblicato nei prossimi mesi. Una sorta di expert opinion paper che affronta 10 hot topics in onco-ematologia con un occhio alla clinica e uno alla valutazione farmaco economica».