Il Dott. Giuseppe Gullo, specialista in ginecologia e referente del Servizio di Procreazione Medicalmente Assistita e Preservazione della fertilità presso l’AOOR Villa Sofia Cervello di Palermo, sottolinea l’importanza della supplementazione di ferro nella salute riproduttiva e perinatale, intervenendo all’IMCID 2025.

La nona edizione dell’International Multidisciplinary Course on Iron Deficiency (IMCID), tenutasi a Palermo lo scorso aprile, ha riunito esperti da tutto il mondo per discutere le più recenti evidenze sulla carenza di ferro in ambito clinico.
Nella Sessione VI del congresso, dedicata al tema della carenza di ferro in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione, il Dott. Giuseppe Gullo, ginecologo e referente per il servizio Centro di P.M.A. presso l’AOOR Villa Sofia Cervello di Palermo, ha condiviso la sua esperienza clinica, evidenziando l’importanza della supplementazione di ferro nella salute materna e fetale.


Dott. Gullo, l’IMCID è diventato un punto di riferimento per la discussione sulla carenza di ferro. Cosa rende questa edizione particolarmente significativa dal punto di vista clinico?

Dal mio punto di vista, questo evento rappresenta un’importante occasione per favorire lo scambio di conoscenze a livello globale tra clinici. In ambito ostetrico-ginecologico, è fondamentale migliorare la supplementazione di ferro nelle diverse fasi: dalla fase preconcezionale, alla gravidanza, fino all’allattamento.

La carenza di ferro è una problematica rilevante per le donne, soprattutto in fase di concepimento. Quali strategie di screening e trattamento ritiene più efficaci?

Una corretta supplementazione in fase preconcezionale contribuisce ad aumentare i tassi di gravidanza – il cosiddetto pregnancy rate –, un aspetto cruciale in un’epoca di denatalità. Inoltre, migliora il benessere materno-fetale. È fondamentale, come discusso in sessione, iniziare la supplementazione di ferro almeno tre mesi prima del concepimento per ripristinare adeguati livelli di folati e emoglobina.

Primo piano del Dott. Gullo durante l'IMCID 2025

Quali sono gli effetti della carenza di ferro sulla salute materna e fetale, oltre all’anemia? E quali terapie risultano più efficaci nel postpartum?

La terapia marziale ed un buon deposito marziale contribuiscono ad una più rapida ripresa in caso di sanguinamenti e di emorragia nel postpartum. Avere una buona riserva di ferro migliora il benessere della madre e riduce le complicanze, anche in caso di parto naturale.


L’intervento del Dott. Gullo all’IMCID 2025 ha evidenziato l’importanza di un approccio proattivo nella gestione della carenza di ferro in ambito ostetrico-ginecologico. La supplementazione di ferro, iniziata già nella fase preconcezionale, rappresenta una strategia efficace per migliorare i tassi di successo in termini di miglior implantation rate, tassi di gravidanza e quindi la salute materno-fetale, riducendo le complicanze durante e dopo la gravidanza.


L’Abstract Book del 9th IMCID – International Multidisciplinary Course on Iron Deficiency, tenutosi a Palermo dal 3 al 4 aprile 2025, è stato pubblicato come Supplemento n°3 del numero di maggio 2025 della rivista Blood Transfusion (IF=2.4).
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