06 Ottobre 2021 |

Disturbi del sonno: perché il magnesio può aiutarci a dormire meglio

disturbi del sonno e magnesio - donna che dorme serena tra nuvole e cuscini

Ansia notturna, insonnia, difficoltà nell’addormentamento, frequenti risvegli notturni o risvegli mattutini troppo precoci, con conseguente incapacità di riaddormentarsi: sono tutti disturbi del sonno che hanno un’incidenza molto elevata, soprattutto nella popolazione femminile e negli anziani. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato i benefici del magnesio nella regolazione dei disturbi del sonno. Vediamo insieme quindi come agisce questo minerale sul nostro organismo e quando è il caso di intervenire con una corretta supplementazione.

Qualità del sonno e ripercussioni della mancanza di sonno sulla vita quotidiana

L’insonnia è un disturbo del sonno molto comune – i dati dell’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno ci dicono che in Italia colpisce circa 12 milioni di persone, ossia un adulto su quattro – e si presenta con difficoltà nell’addormentamento, difficoltà nel rimanere addormentati, frequenti risvegli notturni o risvegli mattutini precoci con conseguente incapacità di riaddormentarsi. Uno studio multicentrico italiano eseguito su un campione di 2886 persone dimostra come i disturbi del sonno siano prevalenti nelle donne, soprattutto nel periodo della menopausa, e riporta dati di incidenza molto elevati: il 64% ha difficoltà ad addormentarsi, il 54% riporta frequenti risvegli, il 45% dice di avere un risveglio precoce e il 78% lamenta di non sentirsi bene al risveglio.1

Ma non tutti soffriamo dello stesso tipo di insonnia ovviamente. I disturbi del sonno si distinguono principalmente in due gruppi: i disturbi acuti da un lato e quelli cronici dall’altro. I primi sono spesso transitori e legati a periodi di intenso stress, patologie acute o uso di farmaci; i secondi invece sono correlati a patologie croniche sia di tipo psichiatrico che medico.

In entrambi i casi però, venendo meno la regolazione di importanti ritmi biologici, la ripercussione sulla qualità di vita e sullo stato di salute è inevitabile. Persone che soffrono di insonnia o, in generale, che manifestano difficoltà a dormire, riferiscono spesso un senso di malessere psico-fisico al risveglio che porta poi alla comparsa di sintomi come un’eccessiva sonnolenza diurna, irritabilità, scarsa concentrazione, problemi interpersonali, sociali e professionali. I dati di letteratura ci confermano anche quanto sia maggiore la probabilità di sviluppare sindromi ansiose e disturbi depressivi in chi non ha una corretta qualità del sonno.2

Inoltre, la recente pandemia da COVID-19 ha sicuramente contribuito ad aumentare l’incidenza di ansia (47%), depressione (45%) e disturbi del sonno (34%), come riportato in una recente metanalisi3, portando ad importanti ripercussioni anche sui costi sanitari.

L’insonnia negli anziani

Con l’avanzare dell’età, l’incidenza di disturbi del sonno aumenta significativamente, arrivando a colpire il 40-50% delle persone sopra i 60 anni. Le principali manifestazioni nell’anziano prevedono la riduzione della durata del sonno, soprattutto quello ad onde lente, oltre che una ridotta efficienza dello stesso. Se già nei giovani l’insonnia ha un impatto negativo sulla qualità della vita, nell’anziano le problematiche dovute ad un sonno non corretto diventano ancora più gravi, esponendo il soggetto ad un maggior rischio di cadute per la perdita di equilibrio, al rischio di deterioramento cognitivo, con perdita della memoria a breve termine e allungamento dei tempi di reazione, oltre che al progressivo indebolimento della funzione fisica.4

Controindicazioni del trattamento farmacologico dell’insonnia

La soluzione più veloce e pratica molto spesso è il ricorso a farmaci specifici per i disturbi del sonno. Tuttavia, sebbene il trattamento farmacologico dell’insonnia includa un ampio spettro di farmaci molto diversi tra loro, è significativo però come alla Conferenza sui Disturbi del Sonno5 dell’American National Institute of Health sia stato dichiarato dai massimi esperti del settore che i farmaci comunemente utilizzati per il trattamento dell’insonnia in realtà riportino più rischi rispetto ai benefici. Da evidenziare inoltre, come questi farmaci non siano raccomandati per pazienti anziani viste le numerose controindicazioni e problematiche correlate ad eventuali patologie preesistenti.

Come agisce il magnesio sul nostro cervello e sul ritmo sonno-veglia

Tra i rimedi non farmacologici più comuni per il trattamento dei disturbi del sonno vi è sicuramente il magnesio.

Tra le sue molteplici funzioni, il magnesio esplica infatti anche un ruolo importante nel mantenimento della corretta attività elettrica del cervello, tramite la regolazione dell’equilibrio glutammato/GABA. Il glutammato è il principale neurotrasmettitore di tipo eccitatorio presente nel nostro sistema nervoso centrale, al contrario il GABA è il principale neurotrasmettitore di tipo inibitorio. Come tutti i neurotrasmettitori, è fondamentale che si mantengano in equilibrio tra loro: un eccesso dell’uno o dell’altro può portare a profonde alterazioni morfologiche e funzionali che si ripercuotono sulla nostra salute mentale e l’insonnia può essere una di queste.

Lo ione magnesio agisce come agonista del GABA, andando a potenziare l’effetto inibitorio di questo neurotrasmettitore, viceversa è un antagonista del glutammato e quindi contrasta il suo effetto eccitatorio. Questa duplice azione del magnesio si traduce in un effetto complessivo rilassante sul sistema nervoso centrale, il che lo rende utile in quei lievi stati di ansia e di insonnia.

Numerosi studi scientifici confermano come un’integrazione giornaliera di magnesio possa avere un effetto benefico nella gestione dei disturbi del sonno, anche nel paziente anziano, aumentando il tempo e l’efficienza del sonno, riducendo invece il tempo necessario per l’addormentamento.6

 

BIBLIOGRAFIA:

  1. Mencacci C. et al. Gender and sleep disorders. Italian multicentric study and qualitative research. Journal of Psychopathology. 2013: 375-382.
  2. Tsuno N. et al. Sleep and depression. J Clin Psychiatry. 2005 Oct;66(10):1254-69.
  3. Deng J. et al. The prevalence of depression, anxiety, and sleep disturbances in COVID-19 patients: a meta-analysis. Ann N Y Acad Sci. 2021 Feb;1486(1):90-111.
  4. Serrano-Checa R, et al. Sleep Quality, Anxiety, and Depression Are Associated with Fall Risk Factors in Older Women. Int J Environ Res Public Health. 2020 Jun 5;17(11):4043.
  5. NIH State-of-the-Science Conference Statement on manifestations and management of chronic insomnia in adults. NIH Consens State Sci Statements. 2005 Jun 13-15;22(2):1-30.
  6. Abbasi B, et al. The effect of magnesium supplementation on primary insomnia in elderly: A double-blind placebo-controlled clinical trial. J Res Med Sci. 2012 Dec;17(12):1161-9.

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