All’IMCID 2025, il Prof. Manuel Muñoz spiega come l’evoluzione del Patient Blood Management stia guidando nuovi protocolli clinici e promuovendo l’uso di supplementazioni marziali più sicure ed efficaci.

La nona edizione dell’International Multidisciplinary Course on Iron Deficiency (IMCID) ha rappresentato un momento cruciale nel confronto globale sulla diagnosi e gestione della carenza di ferro. Tra i protagonisti dell’evento, il Prof. Manuel Muñoz dell’Università di Málaga – membro del comitato scientifico di NATA e di IFPBM, nonché presidente della Commissione Scientifica dell’IMCID – ha tracciato un quadro completo dei principali messaggi emersi, con particolare attenzione all’evoluzione del Patient Blood Management (PBM) e alle sue applicazioni cliniche.


Professore, cosa ha reso particolarmente significativa questa edizione dell’IMCID in termini di rilevanza clinica e contributo scientifico?

La nona edizione ha ospitato 32 relazioni tenute da una faculty internazionale, offrendo un aggiornamento completo su prevalenza, cause e conseguenze della carenza di ferro in numerosi contesti patologici. Tra i punti chiave, la diagnosi: come illustrato da Swinkels e Cabantchik, non esiste un test singolo che quantifichi in modo affidabile la disponibilità di ferro in tutti i contesti clinici. È quindi necessario valutare il quadro clinico complessivo, integrando i dati di laboratorio per un inquadramento corretto.

L’evento ha offerto spunti importanti in diversi ambiti:

  • In Cardiologia, si è discusso dell’effetto dell’empagliflozin sul ferro miocardico nei pazienti con scompenso cardiaco (HF) e dell’efficacia del Ferro Sucrosomiale®, rivelatasi paragonabile a quella del ferro EV (FCM) e superiore al FeSO₄ nella funzione cardiaca (Vinci). Il Ferro Sucrosomiale® è stato citato nelle linee guida OMS 2025 come possibile alternativa orale meno costosa per la gestione della carenza marziale nei pazienti HF.
  • In Gastroenterologia, il Ferro Sucrosomiale®ha migliorato i livelli di emoglobina nei pazienti con colite ulcerosa (Bertani) e ha mostrato benefici sul microbiota intestinale e sull’infiammazione (Frazer).
  • In Oncologia, le integrazioni preventive e proattive di Ferro Sucrosomiale®si sono dimostrate più efficaci e sostenibili rispetto al trattamento reattivo con ferro EV. Si sono esplorate inoltre nuove ipotesi terapeutiche come agenti diretti alla ferroptosi e antibiotici legati al ferro.
  • In Medicina Interna ed Ematologia, il Ferro Sucrosomiale®ha mostrato efficacia pari o superiore a quella dei sali tradizionali, con minori effetti collaterali gastrointestinali. Promettente anche la via sublinguale in pazienti neurologici con disfagia.
  • In Ostetricia e Ginecologia, alte dosi di Ferro Sucrosomiale®nel postpartum si sono dimostrate ben tollerate ed efficaci, anche in ambito chirurgico.
  • In Pediatria, il Ferro Sucrosomiale®è risultato efficace nei neonati pretermine e nei bambini con celiachia o anemia, anche a dosaggi inferiori rispetto ad altri composti.

Quali sono gli ultimi protocolli PBM per i pazienti chirurgici e che ruolo gioca l’integrazione marziale?

Il PBM si sta evolvendo verso un concetto più ampio di “salute del sangue”, integrandosi nella pratica clinica quotidiana. Tuttavia, l’anemia perioperatoria rappresenta ancora una sfida. All’IMCID è stato presentato un percorso clinico condiviso spagnolo, che chiarisce “per chi”, “quando”, “come” e “con cosa” trattare l’anemia nel setting chirurgico.

Sono state inoltre evidenziate due nuove linee guida:

  • Le linee guida AECTS/AECTAIC 2024 sul PBM in cardiochirurgia
  • Le linee guida britanniche CPOC 2023 sull’anemia perioperatoria

Entrambe sottolineano l’importanza della diagnosi tempestiva e dell’integrazione marziale.

L’IMCID ha evidenziato svolte significative nella gestione dell’anemia preoperatoria che potrebbero cambiare la pratica clinica?

Assolutamente sì. Tutte le linee guida raccomandano la supplementazione marziale per l’anemia preoperatoria. Il percorso spagnolo, basato su dati di diversi contesti chirurgici (cardiaco, vascolare, ortopedico, bariatrico, ginecologico), include il Ferro Sucrosomiale® come alternativa efficace e sostenibile al ferro EV, soprattutto quando quest’ultimo è controindicato o difficilmente gestibile.
In particolare, in cardiochirurgia, i dati presentati all’IMCID (Weltert, Venturini) hanno dimostrato l’efficacia del Ferro Sucrosomiale® nella gestione pre- e post-operatoria dell’anemia, motivando la sua raccomandazione di classe IIa nelle linee guida AECTS/AECTAIC 2024.
Inoltre, nelle linee guida CPOC 2023 pubblicate sul British Journal of Anaesthesia, si afferma che: “Il Ferro Sucrosomiale®è un’innovazione promettente che potrebbe cambiare il panorama del trattamento dell’anemia. È un ferro orale di nuova generazione, ben tollerato anche ad alti dosaggi e la cui assorbibilità non è influenzata dall’epcidina.”


Dalla diagnosi alla terapia, l’IMCID 2025 ha ribadito il valore dell’integrazione marziale — soprattutto nella forma orale — in un approccio moderno e multidisciplinare al Patient Blood Management. Il contributo del Prof. Muñoz delinea con chiarezza una nuova direzione: adottare soluzioni evidence-based, sostenibili e centrali per il benessere del paziente.


L’Abstract Book del 9th IMCID – International Multidisciplinary Course on Iron Deficiency, tenutosi a Palermo dal 3 al 4 aprile 2025, è stato pubblicato come Supplemento n°3 del numero di maggio 2025 della rivista Blood Transfusion (IF=2.4).
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