09 Marzo 2022 |

Magnesio e sindrome premestruale: rimedio efficace o falso mito?

magnesio e sindrome premestruale - donna rannicchiata sul divano con mal di pancia e mal di testa

La carenza di magnesio può svolgere un ruolo importante in diverse condizioni cliniche riguardanti la salute delle donne, una su tutte la sindrome premestruale (SPM). Numerosi studi hanno evidenziato infatti una correlazione positiva tra l’assunzione di magnesio e il sollievo o la prevenzione dei sintomi, sia fisici che psicologici, associati alla fase premestruale, suggerendo così che l’integrazione di magnesio possa rappresentare un trattamento utile per le donne che soffrono di questo disturbo.

Come abbiamo già approfondito nel nostro articolo dedicato alle funzioni del magnesio e la sua l’importanza per la salute dell’organismo, questo minerale risulta essenziale per la salute, in quanto contribuisce:

  • Al normale metabolismo energetico;
  • Al benessere del sistema nervoso;
  • A ridurre la stanchezza e facilitare il rilassamento muscolare;
  • Alla normale funzione psicologica.

Vediamo adesso nel dettaglio la correlazione tra magnesio e sindrome premestruale (SPM).

Le fasi del ciclo mestruale: quando inizia la SPM?

Il ciclo mestruale è un processo regolato dagli ormoni femminili che permettono la formazione dell’ovulo e la fecondazione da parte dello spermatozoo; se l’ovulo non viene fecondato si assiste alla sua distruzione, con conseguente perdita di sangue, che prende il nome di fase mestruale.

Il ciclo è definito regolare quando ha una durata media di 28 giorni: in genere può oscillare tra i 24 e i 32 giorni, e le perdite ematiche possono essere scarse o abbondanti, con una durata variabile tra i 3 e i 7 giorni.

Quando il flusso mestruale è abbondante si può andare incontro ad una carenza di ferro; dunque, è necessario monitorare i valori di questo minerale, soprattutto se si tende ad avere dei valori ematici bassi. Come tutte ahimè sappiamo bene, le perdite di sangue durante il ciclo mestruale possono manifestarsi insieme ad altri fastidiosi sintomi, con dolore associato a crampi e tensione addominale: questa condizione viene identificata in medicina con il termine dismenorrea ed è abbastanza frequente (in forma più o meno grave) soprattutto prima dei 20 anni.

Il ciclo mestruale è suddiviso in tre fasi distinte:

grafico che riporta le tre fasi del ciclo mestruale

  1. Fase follicolare o proliferativa: La fase follicolare ha inizio il primo giorno del flusso mestruale, che corrisponde al primo giorno del ciclo ed ha una durata di 7-10 giorni. In questa fase si forma l’ormone follicolo-stimolante (FSH) e aumenta la produzione di estrogeni, che provocano l’ispessimento delle pareti dell’endometrio, la tonaca mucosa che riveste internamente la cavità uterina, affinché possa ospitare l’ovulo fecondato.
  2. Fase ovulatoria: Questa fase ha una durata breve (circa tre giorni), durante la quale si assiste alla formazione di un ovulo maturo che si libera dal follicolo. Ciò che resta si trasforma in una ghiandola “temporanea”, chiamata corpo luteo, che produce il progesterone, l’ormone che ha il compito di permettere la fecondazione ed è utile al mantenimento della gravidanza.
  3. Fase luteinica: In questa ultima fase del ciclo si crea un ambiente favorevole per permettere la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo; se ciò non si verifica, l’ovulo viene riassorbito dall’endometrio e il corpo luteo si distrugge, causando una riduzione di progesterone, con conseguente sfaldamento dell’endometrio e comparsa della mestruazione.

Incidenza della sindrome premestruale (SPM) sulle donne: i sintomi più comuni

La sindrome premestruale è un disturbo molto comune, che colpisce soprattutto ragazze e giovani donne. La SPM è una condizione caratterizzata da sintomi sia fisici che psicologici, che si manifestano durante la fase luteinica del ciclo mestruale, quindi a partire da circa 10 giorni prima della comparsa del flusso mestruale.

sintomi sindrome premestruale - donna con mal di testa e mano sulla tempia

Colpisce in totale l’80-90% delle donne in età fertile, e, tra queste, il 30-40% necessita di un trattamento specifico per la gestione dei sintomi. Sebbene la sintomatologia sia molto soggettiva e possa variare da donna a donna, tra i fastidi più comuni troviamo: irritabilità, emicrania, ansia e agitazione, insonnia, difficoltà di concentrazione, mancanza di energia, malinconia e astenia. A ciò spesso si aggiunge un senso di gonfiore, pesantezza e tensione nell’addome inferiore. Insomma, sintomi che se ricondotti alla sindrome premestruale non sono di per sé allarmanti, ma che possono certamente causare disagio e malessere per diversi giorni.

Come agisce il magnesio sulla sindrome premestruale

Alcuni studi affermano che le donne affette da SPM presentano una carenza di magnesio, causata dall’aumento nella produzione di alcuni ormoni, come il progesterone, che comportano un’elevata escrezione urinaria di questo minerale.

Altri studi, invece, hanno evidenziato che le donne trattate con magnesio dal primo giorno dopo l’ovulazione fino alla comparsa del ciclo migliorano la sintomatologia della sindrome premestruale; infatti, il magnesio, tra le sue varie funzioni, favorisce ed interviene nella sintesi della serotonina, l’ormone del buonumore, essenziale soprattutto nei momenti in cui manifestiamo stati di agitazione, malinconia e/o ansia.

Il magnesio, inoltre, è necessario per stabilizzare e regolare l’attività dell’Adenosina Trifosfato (ATP), la molecola predisposta a fornire energia alle cellule del nostro organismo; in particolare, il magnesio favorisce l’utilizzo dell’ATP nella contrazione muscolare, un fattore molto importante da considerare quando parliamo di stanchezza fisica associata alla sindrome premestruale.

Per quanto riguarda invece l’emicrania, alcuni studi hanno dimostrato come sia strettamente associata a bassi livelli di magnesio. Questa carenza, infatti, causa un aumento dell’aggregazione piastrinica con elevati livelli di serotonina, che induce la vasocostrizione, il fattore scatenante l’emicrania.

Tuttavia, sottolineiamo che il magnesio non è un antidolorifico e non va inteso come tale. Quindi capiamo come assumerlo correttamente affinché sia un rimedio efficace contro la sindrome premestruale.

Come e quando assumere il magnesio per attenuare o prevenire i sintomi della sindrome premestruale

Il magnesio è utile, come abbiamo visto, nel prevenire e ridurre i sintomi della sindrome premestruale e ne viene consigliata l’assunzione durante la fase luteinica, quindi a partire dal sedicesimo giorno del ciclo.

Il primo consiglio è quello di scegliere con cura i cibi che contengono più magnesio. Gli alimenti ricchi di questo minerale sono le verdure a foglia verde, come gli spinaci, oltre alle noci e ai cereali integrali; una percentuale minore si trova anche nella frutta, nella carne, nel pesce e nei latticini. Attenzione però alla cottura: anche se di breve durata, riduce significativamente il contenuto di magnesio e, in generale, di vitamine e nutrienti.
Anche idratarsi è fondamentale. Il 10% della richiesta giornaliera di magnesio, infatti, viene dall’acqua che beviamo (le cosiddette “acque dure” sono quelle più ricche di sali minerali).

Non dimentichiamo poi che per le donne la dose giornaliera raccomandata (RDA) di magnesio varia a seconda della fascia d’età:

9-13 anni 240 mg/die
14-18 anni 360 mg/die
Dai 19 anni in poi 320 mg/die

Tabella 1: dose giornaliera raccomandata di magnesio per le donne in base all’età

Qualora l’apporto di questo minerale non sia sufficiente per apportare un quantitativo idoneo all’organismo, la normale alimentazione può essere associata all’assunzione di specifici complementi nutrizionali a base di magnesio.
A volte è difficile scegliere l’integratore che fa per noi però. Non tutti gli integratori in commercio contengono lo stesso tipo di magnesio ed è proprio questa la differenza fondamentale. Infatti, il magnesio può trovarsi sotto forma di diversi sali:

  • sali di magnesio inorganici (es. magnesio ossido);
  • sali di magnesio organici (es. magnesio pidolato);
  • sali di magnesio chelati (es. magnesio bisglicinato).

Tra questi, sicuramente il magnesio ossido (MgO) è quello con il più alto contenuto di magnesio elementare, seppur il suo assorbimento sia molto limitato da parte dell’organismo.

Per superare questo limite, UltraMag®, un integratore alimentare a base di magnesio ossido, sfrutta la tecnologia sucrosomiale®. In questo caso quindi il minerale viene trasportato all’interno di una matrice di fosfolipidi ed esteri saccarici degli acidi grassi, che consente un elevato assorbimento del magnesio e un’ottima tollerabilità gastrointestinale. Il dosaggio di ossido di Magnesio contenuto in UltraMag® è di 375 mg, che corrisponde al 100% del valore nutrizionale giornaliero (VNR). Per questo è consigliata l’assunzione di 1 bustina al giorno sciolta in un bicchiere di acqua, in qualsiasi momento della giornata.

 


BIBLIOGRAFIA:

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