Cardiologia e Cardiochirurgia

La carenza di ferro in cardiologia è una condizione molto frequente. Se sottovalutato, questo deficit nutrizionale può influenzare negativamente la funzionalità cardiovascolare e compromettere la qualità della vita dei pazienti.

L'impatto della Carenza di Ferro in Cardiologia e Cardiochirurgia

La presenza di ferro è essenziale per il trasporto dell'ossigeno e per il corretto funzionamento del muscolo cardiaco. Una sua carenza compromette l’efficienza dell’intero sistema cardiovascolare, aggravando i sintomi dell’insufficienza cardiaca e limitando la tolleranza allo sforzo fisico.  
La correzione di questa condizione non è solo una scelta terapeutica, ma una necessità per migliorare l’outcome clinico e il benessere generale del paziente. 

La carenza di ferro nei pazienti con patologie cardiovascolari determina: 

  • Ridotta capacità funzionale: La diminuzione dell’emoglobina e della mioglobina limita l’apporto di ossigeno ai tessuti, causando affaticamento, dispnea e debolezza muscolare. 

  • Peggioramento dei sintomi dell’insufficienza cardiaca: Studi clinici evidenziano che la carenza di ferro aggrava la dispnea e la stanchezza nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. 

  • Compromissione della funzione cardiaca: La carenza di ferro influisce negativamente sulla contrattilità miocardica e sulla produzione energetica del cuore, aggravando la disfunzione ventricolare. 

  • Aumento del rischio di scompenso cardiaco: studi clinici dimostrano che la carenza di ferro è comune nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e ne peggiora la prognosi. 

  • Maggiore incidenza di complicanze post-operatorie: nei pazienti cardiochirurgici, un deficit di ferro può influenzare negativamente la ripresa post-intervento. 

 

Altre carenze nutrizionali rilevanti in cardiologia: le vitamine D3 e B12

Oltre al ferro, nei pazienti cardiologici sono spesso riscontrate carenze di Vitamina D3 e Vitamina B12, che giocano un ruolo chiave nella salute cardiovascolare: 

  • Vitamina D3: coinvolta nella regolazione del metabolismo del calcio e nella funzione endoteliale, la sua carenza è correlata a un aumento del rischio di ipertensione e disfunzione cardiaca. 

  • Vitamina B12: essenziale per la sintesi dei globuli rossi e il metabolismo dell’omocisteina, la sua carenza può favorire l’anemia e aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. 

 

Integrazione di ferro e vitamine: cosa dice la ricerca in ambito cardiovascolare

La valutazione e la correzione delle carenze nutrizionali, in particolare ferro, vitamina D3 e vitamina B12, rappresentano un aspetto fondamentale nella gestione del paziente cardiologico.
In particolare, gli studi scientifici dimostrano come correggere la carenza di ferro sia essenziale per migliorare la qualità di vita e la capacità di esercizio, alleviare i sintomi e ridurre le ospedalizzazioni nei pazienti con insufficienza cardiaca. Inoltre, intervenire tempestivamente sulla carenza di ferro può portare ad una migliore risposta ai trattamenti terapeutici, con minore necessità di trasfusioni. 

Un approccio proattivo attraverso una corretta integrazione di ferro, preferibilmente per via orale per evitare i rischi correlati ai trattamenti endovenosi, ha dimostrato di apportare benefici clinici rapidi e duraturi, migliorando la qualità della vita e la prognosi a lungo termine dei pazienti. 

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